Recensioni  
 
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Premio PUGLIESE 1977

 

Anna D'ELIA

I suoi dipinti diventano rievocazioni d'atmosfera che si proiettano in spazi e tempi non quotidiani.

I paesaggi velati, contengono un fondo di pessimismo che le spume di un onda rifrangendosi tutt'intorno, in migliaia di goccioline, riescono appena a dissimulare. Anche di giorno i quadri di Clelia Maggiulli si caricano di mistero e sospensione, di qualità care alla regina degli amori.

L'artista non si smentisce quando dal paesaggio passa al ritratto. Di nuovo prevale l'introspezione interiore. Volti di manneqquin o manichini? E' la prima domanda dinanzi ad espressioni bloccate.

La stereotipia dei tratti fisiognomici, l'essenzialità dei segni cui riduce l'immagine, fa supporre che non parlare vogliono quei visi, ma tacere. Un silenzio più esplicito di mille parole.

Mario RIVOSECCHI

Clelia MAGGIULLI ricerca serenamente il dato visibile, senza snaturarlo, ma aggiungendovi la sua sensibilità, accogliente quanto vi è di fecondo per arricchire l'umano.

Il suo modo di operare rimane sempre riguardoso del sentimento naturalistico cui si richiama per la sua limpida schiettezza.

Larga l'intelaiatura dei suoi paesaggi, più analitiche le figure: i primi nella rigorosa efficacia del disegnare e colorire; le seconde pervase di garbo tutto femminile.

 

 
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